Una gita a Prato: cosa non perdersi

Ecco quindi cosa non potete assolutamente perdervi di questa incantevole città:
1) La cattedrale di santo Stefano
Gioiello romano-gotico toscano, la cattedrale più antica di Prato (testimonianze già dal X secolo) è situata in Piazza del Duomo ed è il principale luogo di culto cattolico della città.
2) Basilica di Santa Maria delle Carceri
Capolavoro architettonico del primo Rinascimento per quanto riguarda gli edifici a croce greca, si trova nell’omonima piazza nel centro di Prato.
3) Castello dell’Imperatore
Nelle stessa piazza delle Carceri, si può ammirare l’unico esempio nell’Italia Settentrionale di architettura ad ordine di Federico II si Svevia.
4) Museo del tessuto
Uno dei più importanti musei a livello nazionale ed europeo sulla storia e lo sviluppo della tessitura dalle origini ai nostri giorni.
5) Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecchi
Prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare le ricerche artistiche più avanzate.
6) Fontana del Bacchino
Uno dei simboli di Prato che si trova in piazza del Comune e rappresenta una figura di bronzo del dio Bacco realizzata da Ferdinando Tacca tra il 1659 e il 1665.
7) Palazzo Pretorio
Oggi sede del Museo di Palazzo Pretorio è l’antico palazzo comunale della città di Prato.
8) Chiesa San Francesco
Una delle prime chiese francescane (XIII-XIV sec.), sorge nell’omonima piazza nel nucleo più antico della città di Prato.
9) Piazza del Duomo
Cuore religioso delle città per la presenza della cattedrale.
10) Valbisanzio
Appena fuori città merita esplorare la zona del Valbisenzio, ricca di bellezze naturalistiche, che si estende nella parte centro-settentrionale della provincia di Prato, insinuandosi a nord tra i rilievi dell’Appenino Tosco-Emiliano e a sud nel cuore della piana pratese e fiorentina.
Prato in tavola
Come tutta la cucina toscana, anche quella pratese è una cucina semplice, frutto di tradizioni derivate dai piatti poveri.
Dalla tradizione toscana la ribollita o la carne della Calvana, con cui si preparano gustose polpette, la pappa col pomodoro, che Gian Burrasca trasformò in simbolo rivoluzionario: si fa dove ci sono pane e olio buono, quindi anzitutto a Prato, dove il pane per eccellenza si chiama bozza e l’olio è quello insuperabile delle olivete di Carmignano, Montemurlo e Filettole. Sempre sulla tipica bozza come non gustare un favoloso patè di fegatini di pollo o la tipica mortadella pratese, o preparare una fresca panzanella. Altrettanto insuperabili e tipici sono i tortelli di patate, piatto forte della Valbisenzio, si potrebbero mangiare anche “in bianco” tanto è saporito il loro ripieno, ma come resistere a un buon sugo di cinghiale o, in autunno, a quello di funghi porcini appena coltivati in vallata?
Quanto ai secondi, impossibile nominarli tutti, ma del cavolo nero rifatto con le salsicce non si può proprio tacere e nemmeno dei sedani ripieni.
Infine i dolci, tra questi spiccano anzitutto i biscottini di Prato, cantucci che della ricetta più antica hanno perso l’anice, guadagnando le invece le mandorle, inzuppati nel Vinsanto sono un insuperato fine pasto. Ma la lista continua con la torta mantovana che a dispetto del nome è più che mai pratese, gli amaretti di’Fochi, gli zuccherini di ernio e i sassi della Calvana.
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Buon viaggio e… buona lettura!