Frutta secca: noci, mandorle, pistacchi e non solo

Una volta immessa in commercio, la frutta secca può essere utilizzata nelle preparazione salate, nelle ricette dolci o consumate quotidianamente al naturale.
Tipologie
La frutta secca che comunemente troviamo sulle nostre tavole si divide nelle seguenti tipologie:
- Anacardi
Originari del Brasile oggi sono coltivati nelle regioni tropicali di tutto il mondo; - Mandorle
Coltivate dall’Asia all’Africa e molto diffuse in Sicilia. Esisto due tipi di mandorle, quelle dolci, commestibili, e quelle amare, tossiche per il nostro organismo; - Nocciole
Largamente coltivate in Italia, le principali nocciole sono la nocciola Tonda gentile coltivata in Piemonte e la nocciola Tonda di Giffoni coltivata in Campania, che hanno ottenuto il marchio IGP; - Noci
Diffuse in tutto il mondo, in Italia sono coltivate maggiormente in Campania;

- Pinoli
Semi commestibili di alcune varietà di pino, esistono più di 20 specie che producono semi abbastanza grandi per poi essere mangiati; - Pistacchi
Originari del Medio Oriente, l’albero del pistacchio fruttifica ogni due anni.
Perché mangiarla
Dato l’alto contenuto di grassi “buoni”, proteine, sali minerali e vitamine, la frutta secca è un alimento fondamentale per gli sportivi, i vegetariani e non solo. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che il consumo giornaliero di frutta secca è associato alla riduzione di malattie cardiovascolari.
Alla domanda “quanta frutta secca al giorno posso mangiare?”, possiamo rispondere consigliando di consumarne 15 grammi, che sia a colazione o come spuntino, abbinandola un frutto fresco.
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